LA GUARIGIONE DI SAVINO GRIECO
Savino Grieco era un comunista e un attivista di Cerignola, molto noto nel Sud. Negli anni dell'immediato dopoguerra era il portabandiera del proletariato. Aveva imparato a battersi per la classe operaia dal suo concittadino Giuseppe Di Vittorio, celebre sindacalista socialista. Ma era più radicale. Seguiva le teorie di Marx e il gioco politico di Togliatti. Odiava la Chiesa e ogni forma di religione. Nel 1950, cadde ammalato. La sentenza dei medici tu precisa e crudele: un tumore al cervello e uno dietro l'orecchio destro. Nessuna speranza di salvezza. "Fui trasportato all'ospedale di Bari" raccontò Grieco. "Avevo una grande paura del male e della morte. Fu questa paura che mi fece nascere nell'animo il desiderio di rivolgermi a Dio, cosa che non facevo più da quando ero bambino.
"Da Bari fui trasportato a Milano per essere sottoposto a una operazione nel tentativo di salvarmi la vita. Il medico che mi visitò disse che l'operazione era di estrema difficoltà e i risultati assai dubbi. "Una notte, vidi in sogno padre Pio. Venne a toccarmi la testa e lo sentii dire: 'Vedrai che con il tempo guarirai". "Al mattino stavo meglio. I medici furono stupiti del mio rapido miglioramento, ma ritenevano l'intervento indispensabile. Io invece, terrorizzato, poco prima di entrare in sala operatoria, fuggii dall'ospedale e mi rifugiai in casa dei parenti, a Milano, dove si trovava anche mia moglie.
"Dopo alcuni giorni, però, i dolori ripresero fortissimi e, non riuscendo più a resistere, tornai in ospedale. I medici, indignati, non volevano più prendersi cura di me, poi la loro coscienza professionale prevalse. Ma prima di procedere all'operazione mi sottoposero ad altri esami e, al termine di questi esami, con grande stupore, si accorsero che dei tumori non c'era più alcuna traccia.
"Ero sorpreso anch'io, non tanto per ciò che mi dissero i medici, ma perché, mentre mi stavano facendo gli esami avevo sentito un intenso profumo di viole e sapevo che quel profumo annunciava la presenza di padre Pio. "Prima di lasciare l'ospedale chiesi il conto al professore. "Non mi dovete nulla," rispose "perché io non ho fatto nulla per guarirvi." "Tornato a casa volli andare con mia moglie a San Giovanni Rotondo per ringraziare il Padre. Ero convinto che la guarigione mi era stata data da lui. Ma quando giunsi nella chiesa del convento di Santa Maria delle Grazie, i dolori ripresero violentissimi, tanto che svenni. Due uomini mi portarono di peso al confessionale di padre Pio. "Mi ripresi. Appena lo vidi gli dissi: "Ho cinque figli e sono molto ammalato, salvatemi Padre, salvate la mia vita". ""Non sono Dio," mi rispose "e non sono nemmeno Gesù Cristo, sono un prete come tutti gli altri, forse anche meno. Non faccio miracoli io." "Vi prego Padre, salvatemi" implorai piangendo.
"Padre Pio stette un attimo in silenzio. Levò gli occhi al cielo e vidi che le sue labbra si mossero in preghiera. In quel momento sentii ancora l'intenso profumo di viole. Padre Pio disse: "Va' a casa e prega. Io pregherò per te. Tu guarirai". Tornai a casa e da allora ogni sintomo del male sparì".