Ecstasy: la droga dei vecchi

L'ecstasy è un derivato sintetico dell'amfetamina; viene sintetizzata in laboratorio da precursori economici e facilmente reperibili. Questa droga è assunta soprattutto da giovani, solitamente in forma di pasticche, accompagnata o meno da alcol, in situazioni ricreative (sic!) quale, per esempio, la serata in discoteca, per sentirsi più intimi con gli altri, più positivi e più socievoli. Infatti, questa sostanza è dotata di due categorie di effetti: una di tipo anfetaminico, responsabile del senso di potenza, infaticabilità e attivismo, e un'altra di tipo allucinogeno, responsabile degli effetti psichedelici, quale la sensazione alterata della realtà che viene percepita in modo positivo dal soggetto. Un argomento fortemente dibattuto è se l'ecstasy possa e debba essere considerata un farmaco d'abuso oppure no. Alla base di questa discussione vi sono diversi argomenti scientifici. Infatti, nei criteri di definizione di un farmaco d'abuso vi sono il suo utilizzo cronico, il progressivo aumento delle dosi consumate ed il manifestarsi si sintomi di astinenza in seguito all'interruzione dell'uso. Nel caso dell'ecstasy, pur non manifestandosi un bisogno compulsivo di farmaco, durante le fasi di astinenza possono manifestarsi importanti sintomi di tipo psicologico quali senso di disagio e disadattamento, senso di fatica, insonnia, disturbi cognitivi e del tono dell'umore, episodi psicotici, attacchi di panico, ansia e paranoia. D'altro canto, chi fa uso di questa sostanza non tende ad aumentarne progressivamente il consumo giornaliero e non è in genere soggetto a crisi di astinenza con manifestazioni di sintomi fisici. Non solo, se si assumono più dosi ravvicinate si sperimenta una diminuzione degli effetti positivi, che risultano assenti o di breve durata, e l'insorgenza di effetti negativi. L'ecstasy, inoltre, possiede la caratteristica di non portare un bisogno giornaliero, e da alcuni studi risulta che l'intervallo fra due assunzioni può essere anche di alcune settimane. Nell'insieme, dunque, la situazione appare assai complessa e la definizione classica di "farmaco d'abuso" probabilmente non sempre si adatta all'ecstasy. Assai più chiari sono, invece, gli effetti tossici posseduti da questa sostanza e al riguardo vi é unanimità di consensi nel definire il suo uso assai pericoloso. L'ecstasy è dotata di una tossicità acuta e di tossicità cronica. I sintomi della tossicità acuta sono essenzialmente di tipo cardiocircolatorio, o legati a fenomeni di ipertermia anche grave che si possono improvvisamente manifestare anche dopo somministrazione di una singola dose di farmaco. La tossicità cronica è assai più subdola e difficilmente identificabile. Essa si esplica prevalentemente a livello del sistema nervoso centrale, dove l'ecstasy si comporta da vera e propria neurotossina in grado di danneggiare irreparabilmente le cellule del sistema serotoninergico. La serotonina è un importante neurotrasmettitore (molecola chimica endogena che trasmette il messaggio tra cellule nervose) deputata al controllo di numerose funzioni della sfera emotiva e sensoriale. Una danno a livello di questo sistema può causare gravi disturbi comportamentali; fra questi spiccano la depressione, disturbi ossessivo compulsivi, deficit della memoria, disturbi dell'appetito, gravi stati di irrequietezza. Vi sono, inoltre, dati scientifici che suggeriscono che alterazioni del sistema serotoninergico possano essere coinvolti nella malattia di Alzheimer. Questi disturbi si manifestano solo a distanza di tempo e in genere, nel soggetto giovane che possiede un sistema cerebrale ben funzionante e ricco di cellule nervose, non in maniera conclamate. Tuttavia con il passare degli anni, quando per ragioni naturali legate all'invecchiamento, il numero di cellule nervose diminuisce spontaneamente ecco che i danni precedentemente provocati dal consumo di ecstasy possono progressivamente manifestarsi nella loro gravità. Accade così che il cervello di chi da giovane ha consumato ecstasy tenderà ad "invecchiare" più rapidamente, manifestando in età pi giovane e con frequenza più elevata quelli che sono i disturbi cerebrali tipici degli anziani. Fra questi la depressione, la demenza ed il morbo di Alzheimer. Sfortunatamente, questo è un aspetto poco noto e spesso trascurato della tossicità dell'ecstasy, tanto che i consumatori neppure sanno che i veri danni legati all'uso che essi hanno fatto da giovani di questa sostanza possono manifestarsi anche distanza di anni dalla sua assunzione anche occasionale. Questi effetti tossici a lungo termine dell'ecstasy sono stati ampiamente documentati in studi di laboratorio dove è stato osservato che animali giovani trattati anche occasionalmente (3-4 volte) con dosi relativamente elevate di ecstasy hanno a distanza di tempo sviluppato seri disturbi cerebrali, in gran parte a causa dei danni sul sistema serotoninergico. In questi animali il cervello risultava essere invecchiato precocemente ed essi manifestavano una serie di disturbi tipici dell'età avanzata.