RAIMONDO LULLO

Una sola Verità

"L'Amico diceva all'Amato che molte erano le vie per le quali veniva nel suo cuore e si mostrava ai suoi occhi, e molti i nomi con i quali lo chiamava la sua lingua; ma l'amore con cui lo faceva vivere e morire non era che uno, uno solo" (RL, 90 ).

"L'Amico spinse i suoi pensieri nell'immensità e durata del suo Amato, e non vi trovò inizio, né centro, né fine" (RL, 69).

"L'Amico chiese al suo Amato se in lui c'era ancora qualcosa da amare; e l'Amato rispose che c'era tutto ciò che poteva far più grande l'amore dell'Amico" (RL, 1)

"Le strade per le quali l'Amico cerca il suo Amato sono lunghe, pericolose, cosparse di meditazioni, sospiri e pianti, e illuminate dall'amore (RL, 2).

"L'Amico disse all'Amato: Tu che rivesti il sole di splendore, colma il mio cuore d'amore. Rispose l'Amato: Se non t'avessi colmato d'amore non piangerebbero i tuoi occhi, né tu saresti venuto in questo luogo a vedere Colui che ti ama" (RL, 6).

"L'Amico chiese all'intelletto e alla Volontà chi dei due fosse più vicino al suo Amato. Corsero entrambi e l'intelletto giunse al suo Amato prima della Volontà" (RL, 19).

"Chiesero all'Amico dov'era il suo Amato. Rispose: Lo troverete nella dimora più nobile tra tutte le cose nobili create; lo troverete nel mio amore, nei miei desideri e nei miei pianti (RL, 24).

"Dissero all'Amico: Dove vai? Vado dal mio Amato. Da dove vieni? Vengo dal mio Amato. Quando tornerai? Starò con il mio Amato. Quando starai con il tuo Amato? Fino a quando staranno in lui i miei pensieri" (RL, 25).

"Due sono i fuochi che mantengono vivo l'amore dell'Amico: l'uno è fatto di desideri, gioie e meditazioni; l'altro di timore, struggimento, lacrime e pianti" (RL, 45).

"Solitudine voleva l'Amico, e se ne andò a vivere solo per stare in compagnia del suo Amato. E con lui sta solo tra la gente. (RL, 46).

"L'Amico temette che il suo Amato l'abbandonasse nel bisogno. E l'Amato disamorò l'Amico. Dolore e pentimento ne ebbe l'Amico in cuor suo; e l'Amato risvegliò speranza e carità nel cuore dell'Amico e nei suoi occhi lacrime e pianti, perché tornasse in lui l'amore" (RL, 49).

"Il cuore dell'Amico volò verso le vette dell'Amato, per non avere impedimenti ad amare nell'abisso del mondo. E quando fu con l'Amato lo contemplò nella gioia; e l'Amato lo fece scendere nel mondo perché lo contemplasse nella pena e nella tribolazione" (RL, 56).

"Chiesero all'Amico che cos'era la gioia. Rispose: la sofferenza sopportata per amore" (RL, 65).

"L'Amico diceva al suo Amato: Tu sei tutto, per tutto, in tutto e con tutto. Tutto io ti voglio, perché io ti abbia e sia tutto me. Rispose l'Amato: Non puoi avermi tutto, se tu non sei mio. E l'Amico disse: Possiedimi tutto, e che io ti abbia tutto. Rispose l'Amato: E che avrà tuo figlio, tuo fratello e tuo padre? Disse l'Amico: Talmente tutto tu sei, che puoi essere tutto per chiunque si offre tutto a te" (RL, 68).

"La luce della camera dell'Amato illuminò la camera dell'Amico, per scacciarne le tenebre e colmarla di gioie, aneliti e pensieri. E l'Amico scacciò dalla sua camera ogni cosa, perché ci fosse posto solo per l'Amato" (RL, 100).

"Dimmi, folle Amico, che cosa esistette prima: il tuo cuore o l'amore? Rispose che furono a un tempo il suo cuore e l'amore. Altrimenti il cuore non sarebbe stato creato per amare, né l'amore per meditare" (RL, 74).

"L'Amato s'allontanò dall'Amico, e l'Amico cercò l'Amato con la memoria e l'intelletto per poterlo amare. L'Amico trovò il suo Amato; gli chiese dov'era stato. Rispose: Nell'Assenza del tuo ricordo e nell'ignoranza della tua intelligenza" (RL, 92).

"L'amore, l'amare, l'Amico e l'Amato sono così fortemente uniti nell'Amato da essere in essenza un solo atto; e l'Amico e l'Amato sono diversità che si corrispondono, senza alcuna contraddizione né discordanza d'essenza. E dunque l'Amato dev'essere amato più d'ogni altro amore" (RL, 211).

"Dimmi, folle Amico: perché hai un amore così grande? Rispose: Perché lungo e pericoloso è il cammino per cui vado in cerca del mio Amato. A fatica devo cercarlo e in fretta mi conviene camminare; e non potrei fare tutto questo senza un grande amore" (RL, 212).

"Chiesero all'Amico in che consisteva l'onore. Rispose: nell'intendere e amare l'Amato. Gli chiesero in che consisteva l'offesa. Rispose che era nel dimenticare e non amare il suo Amato" (RL, 108).

"L'amore è un mare agitato da onde e venti, che non ha porto né riva. Muore in mare l'Amico, e nella sua morte muoiono i suoi tormenti e nasce la sua pienezza" (RL, 235).