Pensieri di San Giuseppe Moscati
 
 
«Ama la verità; mostrati qual sei; e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio».

«Ma la vita fu definita "un lampo nell'eterno". E la nostra umanità, per merito del dolore di cui è pervasa, e di cui si saziò Colui che vestì la nostra carne, la trascende dalla materia, e ci porta ad aspirare una felicità oltre il mondo. Beati quelli che seguono questa tendenza della coscienza, e guardano "all'al di là" dove saranno ricongiunti gli affetti terreni che sembrano precocemente infranti».

«Gli ammalati sono le figure di Gesù Cristo».

«Ricordatevi che, seguendo la medicina, vi siete assunto la responsabilità di una sublime missione. Perseverate con Dio nel cuore, con gli insegnamenti di vostro padre e di vostra mamma sempre nella memoria, con amore e pietà per i derelitti, con fede e con entusiasmo, sordo alle lodi e alle critiche, tetragono all'invidia, disposto solo al bene».

«Amiamo il Signore senza misura, vale a dire, senza misura nel dolore e senza misura nell'amore... Riponiamo tutto il nostro affetto, non solo nelle cose che Dio vuole, ma nella volontà dello stesso Dio che le determina».
«Non la scienza, ma la carità ha trasformato il mondo, in alcuni periodi; e solo pochissimi sono passati alla storia per la scienza; ma tutti potranno rimanere imperituri, simbolo dell'eternità della vita, in cui la morte non è che una tappa, una metamorfosi per un più alto ascenso, se si dedicheranno al bene».
«La vita è un attimo; onori, trionfi, ricchezza e scienza cadono, innanzi alla realizzazione del grido della Genesi, del grido scagliato da Dio contro l'uomo colpevole: tu morrai! Ma la vita non finisce con la morte, continua in un mondo migliore. A tutti è stato promesso, dopo la redenzione del mondo, il giorno che ci ricongiungerà ai nostri cari estinti, e che ci riporterà al supremo Amore!».
«La scienza ci promette il benessere e tutto al più il piacere; la religione e la fede ci danno il balsamo della consolazione e la vera felicità, che è una cosa sola con la moralità e col senso del dovere».

«Oh! Se i giovani, nella loro esuberanza, sapessero che le illusioni di amore per lo più frutto di una esaltazione dei sensi, sono passeggere! E se un angelo avvertisse loro, che giurano così facilmente eternà fedeltà a illeggittimi affetti, nel delirio da cui sono presi, che tutto quello che è impuro amore deve morire perché è un male, soffrirebbero meno e sarebbero più buoni. Ce ne accorgiamo in età più inoltrata, quando ci avviciniamo per le umane vicende, per caso, al fuoco che ci aveva infiammati e non ci riscalda più».

«Esercitiamoci quotidianamente nella carità. Dio è carità: chi sta nella carità sta in Dio e Dio sta in lui. Non dimentichiamo di fare ogni giorno, anzi ogni momento offerta delle nostre azioni a Dio, compiendo tutto per suo amore».
«Ricordatevi che non solo del corpo vi dovete occupare, ma delle anime gementi, che ricorrono a voi. Quanti dolori voi lenirete più facilmente con il consiglio, e scendendo allo spirito, anziché con le fredde prescrizioni da inviare al farmacista! Siate in gaudio, perché molta sarà la vostra mercede; ma dovrete dare esempio a chi vi circonda della vostra elevazione a Dio».
 
«Occorre ritenere che questo principio di spiritualità che aspira a svilupparsi ed a manifestare per gradi la sua efficienza, che quest'ordine meraviglioso, che si organizza nella materia fino a raggiungere le alte vette della sua organizzazione più elaborata, non sia altro che l'attestazione che un Deus absconditus regoli con suprema intelligenza questo supremo edificio su cui si eleva la vita, la quale si svolge mercé leggi sancite dall'Alta Sapienza che tutto muove; tanto più meravigliose quanto esse governano non soli i colossali cosmi ma la delicatissima trama del più microscopico elemento».

«Le opere di scienza hanno dato al mondo copiosi frutti. Ma le opere di bontà, perché parlano di quanto è di divino della nostra umanità, ci danno il senso dell'infinito, contengono la promessa evangelica di fruttare cento per uno, e la loro eco si tramanda di generazione in generazione, benedetta da Dio. Umili cuori, per lo più donne, fondarono gli ospedali, senza di che, nei secoli scorsi, la medicina non sarebbe progredita. Passato illustre, di cui i ricchi dovrebbero sentire l'eloquenza!».

«Beato chi si arma di filosofia cristiana: un giorno, lascerà senza rammarico le gioie avvelenate e mendaci di questa terra».

«Ma soprattutto vi ricordo che c'è un medico al di sopra di noi: Iddio!».

«Ma è indubitato che la vera perfezione non può trovarsi se non estraneandosi dalle cose del mondo, servendo Iddio con continuo amore, e servendo le anime dei propri fratelli con la preghiera, con l'esempio per un grande scopo, per l'unico scopo che è la loro salvezza».

«Quanto si apprende dalla conoscenza della virtù dei Santi! E' uno stimolo alla perfezione, alla perseveranza».
«Iddio poi vi domanderà conto della vita che vi donerà. E quando, da qui a mille anni, comparirete alla sua presenza, voi dovete poter rispondere: "Signore, ho compiuto bene la mia giornata. Ho operato per la maggiore tua gloria!».