Io vorrei che tu provassi a leggere S. Paolo: 
è meraviglioso e l'anima si esalta da quella lettura.

 

Pier Giorgio ha un animo attento e sensibile, rivolto per natura ad apprendere e approfondire ciò che arricchisce la sua umanità. Da un lato ciò lo porta ad apprezzare ogni forma dell’arte: la pittura e la scultura, la musica sinfonica e lirica, il teatro, la letteratura. Da un altro lo porta a ricercare il sapere teologico, per sempre meglio conoscere il disegno e la storia di Dio fra gli uomini. 
La lettura è fondamentale nella formazione umana e cristiana di Pier Giorgio. 
Legge con passione Dante e Shakespeare, la tragedia greca, Virgilio. Poi Foscolo, Manzoni, D’Annunzio. Poi Heine, Goethe. Un panorama ampio e vario, che comprende i romanzi contemporanei. Non è una lettura intellettualistica; Pier Giorgio si sente radicato nell’umanità, e non distingue il pensiero dall’azione: sa farne una sintesi vitale. Si sente vicino a chi l’ha preceduto nell’esperienza umana, anche nella lontananza dei secoli, così come ad ogni persona che incontra nel suo quotidiano. 
Legge con uguale passione, ancora aumentata dalla fede, le vite dei santi, le Confessioni di sant’Agostino, santa Caterina da Siena e fra Girolamo Savonarola, i due grandi domenicani che lo apriranno alla scelta di entrare nel Terz’Ordine a ventun’anni. Legge le encicliche papali. Intraprende la lettura della Somma teologica di san Tommaso d’Aquino. Ma soprattutto accosta la Parola di Dio, facendone la vera principale fonte della propria spiritualità. 
Le lettere di san Paolo, lette e rilette (anche per strada, o sul tram), meditate, rimuginate e pregate sono le compagne privilegiate nell’avvicinamento a Dio. 
Molti parleranno, dopo la sua morte, di Pier Giorgio come di un giovane saggio. O, meglio, di un giovane sapiente, che ha fatto tesoro di ciò che Dio ha voluto dirgli e rivelargli nella sua Parola, nei Sacramenti, nei fratelli che gli ha messo accanto.

 

Dagli scritti di Pier Giorgio Frassati

Ti scrivo mentre ho dinanzi aperto quel bel libro di S. Tommaso d’Aquino e quando leggo quei sublimi concetti, penso sempre a te che sei stato il primo ad infondere in me il desiderio di conoscere le grandi verità contenute in questa opera scritta per esaltare, glorificare la Divina Provvidenza. In questi giorni in cui nella tranquillità di questa casa noi ci raccogliamo per pregare, pregherò anche per te, e tu prega molto per me, affinché, se purtroppo nella vita terrena dovremo stare lontani per le esigenze della nostra carriera, almeno nel giorno in cui il Signore vorrà, ci ritroveremo insieme nella nostra vera Patria a cantare le lodi di Dio. (Lettera a Antonio Villani 26 marzo 1923)