Santo , santo, santo il Signore Iddio onnipotente,

che è, che era e che verrà.   

Degno è il Signore Dio nostro di;riceöere la lode,

la gloria e l’onore e la benedizione. 

 

Degno è l’Agnello, che è stato ucciso,

di ricevere la potenza e la divinità

e la sapienza e la fortezza

e l’onore e la gloria e la benedizione.

 

Benedite il Signore, opere tuTte del Signo@e.

Lodiamolo ed esaltiamolo in eterno.   

Date lode a Dio, voi tutti suoi servi, e voi che temete Iddio, piccoli e grandi. Lodiamolo ed esaltiamolo in eterno. 

 

Lodino Lui glorioso i cieli e la terra e ogni creatura

che è nel cielo e sulla terra, il mare e le creature che sono in esso.

Lodiamolo ed esaltiamolo in eterno. 

 

Dalla lettera di San Paolo Apostolo ai Galati

Fratelli, qualora uno venga sorpreso in qualchf colpa, voi che avete lo Spirito correggetelo con dolcezza. E vigila su te stesso, per non cadere anche tu in tentazione. Portate i pesi gli uni degli altri, così adempirete la legge di Cristo. Se infatti uno pensa di essere qualcosa mentre non è nulla, inganna se stessO. Ciascuno esamini invece la propria condotta e allora solo in se stesso e non neglg altri troverà motivo di vanto: cøascuno infatti pzrterà il proprio fardello. Chi viene:istruito nella d™ttrina, faccia parte di quanto possiede a chi lo istruisce. Non viCfate illusioni; non ci si può prendere gioco di Dio. Ciascuno raccoglierà quello cht avrà seminato. Chi semina nella sua carne, da?la carne raccogÔierà corruzione; chi semina nello Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita eterna. E non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non desistiamo, a suo tempo mieteremo. Poiché dunque ne abbiamo l’occasione, operiamo il bene verso tutti, soprattutto v­rso i fratelli nella fede. Qpelli che vogliono fare bella figura nella carne, vi costringono a farvi circonciderM, solo perÀnon essere perseguitati a causa della croce di Cristo. Infatti n^anche gli stessi circoncisi osservano la legge, ma vogliono la vostra circoncisione per trarre vanto dalla vostra carne. Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro G…sù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo. Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio. D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: difatti io porto le stigmate di Gesù nel mio corpo. La grazia gel Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.

 

Dall’Ufficio della Passione

Signore, ti ho raccontato la miy vita:

e tu hai preso le mie lacrime e le hai poste davanti a te.

I miei nemici si sono uniti per perdermi:

hanno risposto col male al bene, con l’odio all’amore.

 

Invece di amarmi, dicevano ogni male di me: ma io pregavo.

Mio Padre santo, che sei Re del cielo e della terra,

 non allontanarti da me:

il tempo della tribolazione è prossimo, e non c’è chi mi aiuti.

 

Ma se io ti avrò invocato fuggiranno i miei nemici:

ecco, io so bene che tu sei il mio Dio.

Si sono fermati lontano da me anche i miei amici e i miei intimi:

tu hai permesso che rimanessero lontani, ed essi si vergognarono di me.

 

Fui consegnato ai miei nemici, né da essi mi liberai.

Padre santo, non allontanare da me il tuo aiuto:

Dio mio, guarda e vieni in mio soccorso.

Vieni in mio soccorso, Dio della mia salvezza.

 

Dalla lettera di Frate Elia

Vi annuncio una grande gioia, uno straordinario miracolo. Non si è mai udito al mondo un portento simile, fuorché nel Figlio di Dio, che è il Cristo Signore. Qualche tempo prima della sua morte, il fratello e padre nostro apparve crocifisso, portando impresse nel suo corpo le cinque piaghe, che sono veramente le stimmate di Cristo. Le mani e i piedi di lui erano trafitti come da chiodi penetrati dall’una e dall’altra parte, e avevano delle cicatrici dal colore nero dei chiodi. Il suo fianco appariva trafitto da una lancia, ed emetteva spesso gocciole di sangue .

Mentre era in vita aveva aspetto dimesso e non c’era bellezza nel suo volto: non era rimasto in lui membro che non fosse straziato. Le sue membra erano rigide, per la contrazione dei nervi, come avviene in un uomo morto. Ma, dopo la morte il suo volto si fece bellissimo, splendente di mirabile candore e consolante a vedersi. Le membra, prima rigide, divennero flessibili e pieghevoli qua e là come si volevano disporre, a guisa di un tenero fanciullo. Perciò, fratelli, benedite il Dio del cielo e proclamate la sua grandezza davanti a tutti, perché ha fatto scendere su di noi la sua misericordia. Custodite il ricordo del padre e fratello nostro Francesco, a lode e gloria di Colui, che lo ha reso grande tra gli uomini e lo ha glorificato tra gli angeli. Pregate per lui, come egli medesimo ci ha chiesto prima di morire, e invocatelo, perché Dio renda anche noi partecipi con lui della sua santa grazia. Amen.

 

Dalla Vita Prima di Tommaso da Celano

Allorché dimorava nel romitorio che dal nome del luogo è chiamato «Verna», due anni prima della sua morte, ebbe da Dio una visione. Gli apparve un uomo, in forma di Serafino, con le ali, librato sopra di lui, con le mani distese ed i piedi uniti, confitto ad una croce. Due ali si prolungavano sopra il capo, due si dispiegavano per volare e due coprivano tutto il corpo. A quell’apparizione il beato servo dell’Altissimo si sentì ripieno di una ammirazione infinita, ma non riusciva a capirne il significato. Era invaso anche da viva gioia e sovrabbondante allegrezza per lo sguardo bellissimo e dolce col quale il Serafino lo guardava, di una bellezza inimmaginabile; ma era contemporaneamente atterrito nel vederlo confitto in croce nell’acerbo dolore della passione. Si alzò, per così dire, triste e lieto, poiché gaudio e amarezza si alternavano nel suo spirito. Cercava con ardore di scoprire il senso della visione, e per questo il suo spirito era tutto agitato. Mentre era in questo stato di preoccupazione e di totale incertezza, ecco: nelle sue mani e nei piedi cominciarono a comparire gli stessi segni dei chiodi che aveva appena visto in quel misterioso uomo crocifisso. Le sue mani e i piedi apparvero trafitti nel centro da chiodi, le cui teste erano visibili nel palmo delle mani e sul dorso 

dei piedi, mentre le punte sporgevano dalla parte opposta. Quei segni poi erano rotondi dalla parte interna delle mani, e allungati nell’esterna, e formavano quasi una escrescenza carnosa, come fosse punta di chiodi ripiegata e ribattuta. Così pure nei piedi erano impressi i segni dei chiodi sporgenti sul resto della carne. Anche il lato destro era trafitto come da un colpo di lancia, con ampia cicatrice, e spesso sanguinava, bagnando di quel sacro sangue la tonaca e le mutande. Ben pochi ebbero la fortuna di vedere la sacra ferita del costato del servo del Signore stimmatizzato mentre egli era in vita. Ma fortunato frate Elia che, ancor vivente il Santo, meritò di scorgerla almeno, e non meno fortunato frate Rufino che la poté toccare con le proprie mani. Mentre una volta gli praticava una frizione sul petto, la mano gli scivolò, come spesso capita, sul lato destro e così toccò quella preziosa cicatrice. Francesco ne sentì grande dolore e allontanò la mano, gridando che Dio lo perdonasse. Infatti con ogni cura teneva nascosto il prodigio agli estranei, ma anche agli amici e ai confratelli, tanto che non ne seppero nulla per lungo tempo perfino i suoi seguaci più intimi e devoti. Questo fedelissimo discepolo del Signore, pur vedendosi ornato con tali meravigliosi segni, quasi perle preziosissime del Cielo e coperto di gloria e onore più d’ogni altro uomo, non se ne gonfiò mai in cuor suo, né mai cercò di vantarsene con alcuno per desiderio di gloria vana, al contrario, temendo sempre che la stima degli uomini gli potesse rubare la grazia divina, si industriava il più possibile di tenerla celata agli occhi di tutti. Si era fatto Un programma di non manifestare quasi a nessuno il suo straordinario segreto, nel timore che gli amici, non resistessero alla tentazione di divulgarlo per amicizia, come suole accadere, e gliene venisse una diminuzione di grazia. Aveva pertanto continuamente sulle labbra il detto del salmista: Nel mio cuore ho riposto tutte le tue parole, per non peccare dinanzi a Te (Sal 118,11).

 

Preghiera al Crocifisso

O alto e glorioso Dio,

illumina il cuore mio.

Dammi fede diritta, speranza certa,

carità perfetta, umiltà profonda,

senno e conoscenza

che io serva ai tuoi comandamenti.

Rapisca, ti prego, o Signore,

l’ardente e dolce forza del tuo amore

la mente mia da tutte le cose che sono sotto il cielo,

perché io muoia per amore dell’amor tuo,

come tu ti sei degnato morire

per amore dell’amore mio.