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9span st}le="color:8red">TU SEI(IL CRISTO#/p>

Tu sei il Cristo, il FigŒio afl Dio vivo5

tu sei il rivelatore dì Dio invisibile,

il primogenito di ogni8creaturm,

il fondamento di ogni cosa;

tu sei nl maestro Rell'umanità,

tu sei il redentore;

sei risorto per noi;

tu sei il centro della storia e del mondo;

tu sei colui che ci conosce e ci ama;

tu sei il compagno

e l'amico della nostra vita.

 

Tu sei l'uomo del dolore e della speranza;

tu sei colui che deve veni’e

e che deve essere un giorno il nostro giudice,

e, noi speriamo, la nostra felicità.

 

lo non finirei mai di parlare di te:

tu sei la luce, la verità,

anzi tu sei$la via, la verità e la vita;

tu sei il pane, la fonte dell'acqua viva

per la nostra fame e la nostra sete;

tu sei il pastore, la nostra guida,

il nostro esempio, il nostro conforto,

il nostro fratello.

 

Dal Vangelo secondo Giovanni

Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand`era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall`altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l`hanno posto!». Uscì allora Simon Pietro insieme all`altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l`altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l`altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti.

 

La Festa delle Feste

E` la Pasqua del Signore, è la Pasqua, sì, la Pasqua, diciamolo ancora a gloria della Trinità. E` per noi la festa delle feste, la solennità delle solennità. Come il sole supera le stelle col suo splendore, così essa supera tutte le altre feste, e non solo quelle degli uomini, che sono puramente terrene, ma anche quelle che sono di Cristo stesso e che si celebrano in suo onore... Ieri l`Agnello veniva immolato e gli stipiti delle porte aspersi di sangue. Mentre l`Egitto piangeva i suoi primogeniti, noi, protetti da quel sangue prezioso, sfuggivamo all`angelo sterminatore, a cui quel segno incuteva timore e rispetto. Oggi abbiamo definitivamente lasciato l`Egitto, la tirannia del faraone crudele e l`oppressione dei sorveglianti; siamo stati liberati dal lavoro dell`argilla e dei mattoni. Nessuno può impedirci di celebrare, a gloria del Signore nostro Dio, la festa dell`Esodo, e di celebrarla non con il vecchio lievito della malizia e della malvagità, ma con gli azzimi della sincerità e della verità, perché ormai non portiamo più niente con noi dell`empio lievito dell`Egitto. Giorno della risurrezione: un fausto inizio! Accendiamo la nostra luce in questo giorno di festa. Abbracciamoci l`un l`altro. Rivolgiamoci, o fratelli, anche a coloro che ci odiano, non soltanto a chi, per amore, abbia compiuto o sofferto qualcosa per noi. Rimettiamo tutto alla risurrezione e perdoniamoci l`un l`altro... Ieri ero crocifisso con Cristo, oggi sono glorificato assieme a lui; ieri morivo con lui, oggi veniamo entrambi vivificati; ieri ero seppellito insieme con Cristo, oggi io e lui risorgiamo. Rechiamo, dunque, offerte a colui che ha patito ed è risorto per noi. Voi pensate, forse, che io intenda dire oro o argento o tessuti o pietre lucenti e preziose: materia corruttibile, insomma, che proviene dalla terra e sulla terra è destinata a rimanere, in proprietà, per lo più, di gente malvagia e schiava del mondo e del suo principe. Io dico, invece, che dobbiamo offrire a Dio tutti noi stessi: questa è l`offerta a lui più gradita e conveniente. Restituiamo all`immagine divina presente nell`uomo quanto le si addice, riconosciamo la dignità che ci è ascritta, rendiamo onore all`archetipo, adoperiamoci a intendere l`importanza del mistero e a capire nel nome di chi Cristo è morto. Cerchiamo di essere come Cristo, giacché anche Cristo è divenuto come noi; di diventare dèi per mezzo di lui, dal momento che lui stesso, per il nostro tramite, è diventato uomo. Prese il peggio su di sé, per farci dono del meglio: si fece povero perché noi, grazie alla sua povertà, divenissimo ricchi; assunse l`aspetto d`un servo, perché ottenessimo la libertà; discese in basso, perché noi fossimo elevati in alto; subì la tentazione, perché noi riuscissimo a vincerla; si lasciò disprezzare, per donare a noi la gloria; morì, per recarci la salvezza; salì al cielo, per attirare a sé coloro che giacciono a terra, dopo esser caduti a causa del peccato. Ciascuno, dunque, doni tutto, offra in sacrificio tutto a colui che diede in cambio se stesso per la nostra redenzione. Il dono più grande che potremo fare, d`altronde, sarà proprio quello di donare tutti noi stessi, dopo aver compreso il significato di un tale mistero ed esserci resi conto del fatto che egli ha compiuto ogni cosa per noi. (San Gregorio Nazianzeno)

 

CREDO IN TE, GESÙ

Credo in te, Signore Gesù Cristo,

Figlio eternamente amato,

mandato nel mondo

per riconciliare i peccatori col Padre.

Tu sei la pura accoglienza dell'amore,

tu che ami nella gratitudine infinita,

e ci insegni che anche il ricevere è divino,

e il lasciarci amare

non meno divino che l'amare.

Tu sei la Parola eterna uscita dal silenzio,

nel dialogo senza fine dell'amore,

l'amato che tutto riceve e tutto dona.

I giorni della tua carne,

totalmente vissuti in obbedienza al Padre,

il silenzio di Nazaret, la primavera di Galilea,

il viaggio a Gerusalemme, la storia della passione,

la vita nuova della Pasqua di Risurrezione,

ci contagiano il grazie dell'amore,

e fanno di noi, nella sequela di te,

coloro che hanno creduto all'amore

e vivono nell'attesa della tua venuta.

Credo in te, unico Dio d'amore,

eterno amante, eterno amato,

eterna unità e libertà dell'amore.

In te vivo e riposo, donandoti il mio cuore,

e chiedendoti di nascondermi in te

e di abitare in me.

(Bruno Forte)