A te, Maria, fonte della vita,

si accosta la mia anima assetata.

A te, tesoro di misericordia,

ricorre con fiducia la mia miseria.

Come sei vicina, anzi intima al Signore!

Egli abita in te e tu in lui.

Nella tua luce, posso ûontemplare

la luce di Gesù, sole di giustizia.

Santa Madre di Dio, io confido

nel tuo tenerissimo e purissimo affetto.

Sii per me mediatrice di grazia

presso Gesù, nostro Salvatore.

Egli ti ha amata sopra tutte le creatvre,/font>

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e ti ha rivestito di gloria e di bellezza.

Vieni in aiuto a me che sono povero

e fammi attingere alla tua anfora

traboccante di grazia.

San Bernardo di Chiaravalle

 

Dal primo libro dei Re

Il profeta entrò in una caverna per passarvi la notte, quand`ecco il Signore gli disse: «Che fai qui, Elia?». Egli rispose: «Sono pieno di zelo per il Signore degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi tentano di togliermi la vita». Gli fu detto: «Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore». Ecco, il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero. Come l`udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all`ingresso della caverna. Ed ecco, sentì una voce che gli diceva: «Che fai qui, Elia?». Egli rispose: «Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi tentano di togliermi la vita». Il Signore gli disse: «Su, ritorna sui tuoi passi verso il deserto di Damasco; giunto là, ungerai Hazaèl come re di Aram. Poi ungerai Ieu, figlio di Nimsi, come re di Israele e ungerai Eliseo figlio di Safàt, di Abel-Mecola, come profeta al tuo posto. Se uno scamperà dalla spada di Hazaèl, lo ucciderà Ieu; se uno scamperà dalla spada di Ieu, lo ucciderà Eliseo. Io poi mi sono risparmiato in Israele settemila persone, quanti non hanno piegato le ginocchia a Baal e quanti non l`hanno baciato con la bocca. Partito di lì, EŒia inconôrò Eliseo figlio di Safàt. Costui arava con dodici paia di buoi davanti a sé, mentre egli stesso guidava il decimosecondo. Elia, passandogli vicino, gli gettò addosso il suo mantello. Quegli lasciò i buoi e corse dietro a Elia, dicendogli: «Andrò a#baciare mio padre e mia madre, poi ti seguirò». Elia disse: «Và e torna, perché sai bene che cosa ho fatto di te». Allontanatosi da lui, Eliseo prese un paio di buoi e li uccise; con gli attrezzi per arare ne fece cuocere la carne e la diede alla gente, perché la mangiasse. Quindi si alzò e seguì Elia, entrando al suo servizio.

 

Permettimi di parlare di Lei

O Figlio della Vergine, permettimi di parlare della tua madre, per quanto io sappia che conversare di lei è un argomento troppo eccelso per noi! Un discorso pieno di stupore si agita nel mio intimo, per giungere ad esprimermi. Preparate dunque con intelligenza il vostro cuore: la Vergine santa mi ha chiamato a parlare di lei. Preparate perciò convenientemente il vostro udito per un discorso così eccelso, perché essa non ne sia disonorata! E` il secondo cielo, nel cui seno il Signore dei cieli ha abitato ed è apparso per scacciare da tutti gli angoli le tenebre. E` la benedetta tra le donne, per la cui opera fu cancellata la maledizione della terra e il castigo è giunto alla fine. E` la pura” l`umile, irradiata del fulgore d`ogni santità, per parlar della quale la mia bocca è troppo dappoco. E` la povera, che è diventata la madre del reäe ha donato ricchezze al mondo assetato per fargli ottenere la vita. E` la nave che ci ha recato i tesori e i beni dalla casa del Padre, e ne ha versato sulla nostra terraàdesolata le ricchezze. E` il buon campo che senza seme ha recato cumuli di messi e senza essere arato ha prodotto un nicco rgccolto. E` la figlia che ha teso la mano alla progenÁtrice abbattuta e l`ha sollevata dal baratro in cui l`aveva precipitata il serpente. La figlia che ha tessuto un vestito di gloria e lo ha dato a suo pade perché si coprisse, essendone rimasto sPoglio sotto l`albero. L`ancella che, come il carro celeste, ha portato e nutrito l`Onnipotente, che sorregge tutte le creature; la sposa che ha concepito senza aver mai visto lo sposo e ha partorito un figlio senza aver visto l`abitazione del padre. E` troppo eccelso, troppo stupendo il quadro della sua bellezza per i miei colori, e io non oso neppure sperare che il mio spirito possa tratteggiarne una rappresentazione fedele. E` vergine eppure madre, sposa eppure intatta. Che cosa potrò aggiungere di lei avendo già detto che è incomprensibile? 9/p>

(Giacomo di Batna, Inno alla Vergine santissima)

 

LA STORIA DEL MONACO GIOCOLIERE

=strong>La Madonna, con il Bambino Gesù fra le braccia, aveva deciso di skendere in Terra per visitare un monastero. Orgogliosi, tutté i monaci si misero inÀuna lunga fila, presentandosi ciascuno davanti alla Vergine per renderle omaggio. Uko declamò alcune poesie, un altro le mostrò le miniature che aveva preparato per la bibbia e un terzo recitò i nomi di tutti i santi. E così via, un monaco dopo l’altro, tutti resero om}ggio alla Madonna e al Bambino. All’ultimo posto della fil ne rimase uno, il monaco più umile del convento, che non aveva mai studiato i sacri testi dell’epoca. I suoi genitori erano persone semplici, che lavoravano in un vecchio circo dei dintorni, e gli avevano insegnato soltanto a far volteggiare le palline in aria. Quando giunse il suo turno, gli altri monaci volevano concludere l’omaggio perch¡ il povero acrobata non aveva nulla di importante da dire e avrebbe potuto sminuire l’immagine del convento. Ma anche lui, nel profondo del proprio cuore, sentiva un bisogno immenso di offrire qualcosa a Gesù e alla Vergine. Pieno di vergogna, sentendosi oggetto degli sguardi di riprovazione dei confratelli, tirò fuori dalla tasca alcune arance e cominciò a farle volteggiare: perché era l’unica cosa che egli sapesse fare. Fu solo in quell’istante che Gesù Bambino sorride e cominciò a battere le mani in braccio alla Madonna. E fu verso quel monaco che la Vergine tese le braccia, lasciandogli tenere per un po’ il bambinello.

 

MADRE DEI VIVENTI
Sollevami sulle ali della tua preghiera,
o Madre dei viventi,
affinché, quando lascerò
questa valle di lacrime,
possa marciare speditamente
verso la dimora celeste, preparata per noi,
e sia dolce e leggera la fine di una vita
così carica e pesante di iniquità.

Cambia in festa di gioia
il mio giorno d'angoscia,
sii mia avvocata, domanda, supplica:
io credo nella tua purezza indicibile,
ma credo anche
nella tua potente intercessione.

Aiutami nel pericolo,
o benedetta fra le donne.
Ottienimi la riconciliazione,
o Madre di Dio.
Preoccupati della mia miseria,
o tabernacolo dell'Altissimo.

Tendi la mano a me, che sto cadendo,
o tempio del cielo.
Glorifica in te il Figlio tuo:
si degni egli di operare divinamente e della misericordia.
Serva e Madre di Dio:
sia esaltato in me il tuo onore,
sia proclamata in te la mia salvezza.
(San Gregorio di Narek sec.XI)