LE PERSONE CHE SANNO AMARE

Le persone che sanno amare

sono quelle che rendono bello il mondo.

Le persone più importanti della terra

sono quelle profondamente buone.

Perché sono loro che sanno dare alla gente

quello di cui c’è più bisogno: la bontà.

Chi porta bontà comunica pace,

sicurezza, forza, perché comunica Dio.

Abbiamo bisogno di tante cose:

di salute, di pane, di lavoro, di tranquillità e di pace…

… ma più di tutto di bontà.

Abbiamo bisogno di gente che insegni ad amare.

Amare è calarsi nei problemi degli altri,

è sacrificare il proprio tempo, è aiutare le persone fino in fondo,

come sa fare Dio con ciascuno di noi.

Amare è comprendere, amare è perdonare, è cambiare il male con il bene.

Amare è dare affetto, attenzione e forza a chi non ce l’ha.

Amare è dare, senza attendere il contraccambio.

Quando sei paziente mentre tutti perderebbero la pazienza.

Quando ti controlli davanti a un pensiero cattivo.

Quando fermi una parola di condanna che sembra a tutti legittima

stai diventando esperto in amore.

Amare è fermarsi accanto ad ogni persona senza passare oltre.

E’ trovare il tempo per uno che soffre

mentre manca il tempo per te e le tue cose.

Amare è rendere presente Dio in mezzo alla gente.

Signore, moltiplica sulla terra le persone capaci di amare,

perché gli uomini hanno bisogno di Te!

 

Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Galati

Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù. Ecco, io Paolo vi dico: se vi fate circoncidere, Cristo non vi gioverà nulla. E dichiaro ancora una volta a chiunque si fa circoncidere che egli è obbligato ad osservare tutta quanta la legge.  Non avete più nulla a che fare con Cristo voi che cercate la giustificazione nella legge; siete decaduti dalla grazia. Noi infatti per virtù dello Spirito, attendiamo dalla fede la giustificazione che speriamo. Poiché in Cristo Gesù non è la circoncisione che conta o la non circoncisione, ma la fede che opera per mezzo della carità. Correvate così bene; chi vi ha tagliato la strada che non obbedite più alla verità? Questa persuasione non viene sicuramente da colui che vi chiama! Un pò di lievito fa fermentare tutta la pasta. Io sono fiducioso per voi nel Signore che non penserete diversamente; ma chi vi turba, subirà la sua condanna, chiunque egli sia. Quanto a me, fratelli, se io predico ancora la circoncisione, perché sono tuttora perseguitato? E' dunque annullato lo scandalo della croce? Dovrebbero farsi mutilare coloro che vi turbano. Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Purché questa libertà non divenga un pretesto per vivere secondo la carne, ma mediante la carità siate a servizio gli uni degli altri.  Tutta la legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso. Ma se vi mordete e divorate a vicenda, guardate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri! Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne; la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste. Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete più sotto la legge. Del resto le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come già ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c'è legge.

 

Dal trattato "La contemplazione di Dio" di Guglielmo, abate

Tu solo sei veramente il Signore: il tuo dominio su di noi è la nostra salvezza e il servire a te significa per noi essere da te salvati. E qual è la tua salvezza, o Signore, al quale appartiene la salvezza e la benedizione sul tuo popolo, se non ottenere da te di amarti ed essere da te amati? Perciò, Signore, hai voluto che il figlio della tua destra e l'uomo che per te hai reso forte, fosse chiamato Gesù, cioè salvatore, infatti è lui che “salverà il suo popolo dai suoi peccati” (Mt 1, 21) e “in nessun altro c'è salvezza” (At 4, 12). Egli ci ha insegnato ad amarlo, quando per primo ci ha amati fino alla morte di croce, incitandoci con l'amore e la predilezione ad amare lui, che per primo ci ha amati sino alla fine. Proprio così: ci hai amati per primo, perché noi ti amassimo; non che tu avessi bisogno del nostro amore, ma perché noi non potevamo essere ciò per cui ci hai creati se non amandoti. Per questo “aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio” (Eb 1, 1), del tuo Verbo, dal quale “furono fatti i cieli, dal soffio della sua bocca ogni loro schiera” (Sal 32, 6). Il tuo parlare per mezzo del Figlio altro non fu che porre alla luce del sole, ossia manifestare chiaramente quanto e come ci hai amati, tu che non hai risparmiato il tuo Figlio, ma lo hai dato per tutti noi, ed egli pure ci ha amati e ha dato se stesso per noi (cfr. Rm 8, 32. 37). Questa è la tua parola per noi, Signore, questo il tuo Verbo onnipotente, che mentre un profondo silenzio, cioè un'aberrazione profonda, avvolgeva tutte le cose, dal trono regale si lanciò, inflessibile oppugnatore degli errori, dolce fautore dell'amore. E quanto egli operò, quanto disse sulla terra, fino agli insulti, fino agli sputi e agli schiaffi, fino alla croce e al sepolcro, altro non fu che il tuo parlare a noi per mezzo del Figlio: incitamento e stimolo del tuo amore al nostro amore per te. Tu sapevi infatti, o Dio creatore delle anime, che quest'amore non poteva essere imposto alle anime dei figli degli uomini, ma bisognava semplicemente stimolarlo. E sapevi pure che dove c'è costrizione, non c'è più libertà; e dove non c'è libertà, non c'è nemmeno giustizia. Hai voluto dunque che ti amassimo noi che non potevamo nemmeno essere salvati con giustizia, se non ti avessimo amato, né potevamo amarti, se non ne avessimo avuto il dono da te. Veramente, Signore, come dice l'Apostolo del tuo amore e noi stessi abbiamo già detto, tu per primo ci hai amati e per primo tu ami tutti coloro che ti amano. ma noi ti amiamo con l'affetto d'amore che tu ci hai infuso. Il tuo amore invece è la tua stessa bontà, o sommamente buono e sommo bene; è lo Spirito Santo che procede dal Padre e dal Figlio; quegli che dall'inizio della creazione aleggia sulle acque, ossia sulle menti fluttuanti dei figli degli uomini, donandosi a tutti, tutto a sé attirando, ispirando, favorendo, allontanando ciò che è nocivo, provvedendo ciò che è utile, unendo Dio a noi e noi a Dio.

 

La libertà tradita (da Y. Spiteris, La vita Cristiana)

L'uomo, fatto a immagine di Dio, riceve da lui anche il dono della libertà, anche se la nostra non è una libertà assoluta, ma incarnata, creaturale. L'uomo di fatto può usare male questo dono divino e in modo paradossale può usare la libertà per diventare schiavo, usare la libertà proprio per distruggerla. Egli può ravvivare il fuoco dell'amore, oppure quello della Geenna. Come si può conciliare la bontà di Dio con il male presente nel mondo? Alcune religioni per giustificare la presenza del male hanno concepito due principi supremi: il Dio buono, da cui deriva tutto il bene, e il dio cattivo, da cui deriva tutto il male. Oppure nella  filosofia platonica si pensava che il male provenisse dalla materia e quindi dal corpo dell'uomo, visto come una prigione. Massimo il Confessore risponde loro affermando: Non la vivanda è cattiva, bensì la voracità; non la procreazione, bensì la fornicazione; non il denaro, ma la cupidigia. Nulla è male pertanto nelle cose, tranne l'abuso che nasce dal disordine dello spirito. Per i Padri il creato è uscito buono dalle mani di Dio. Dio non può quindi essere l'autore del male. Il cristianesimo vede nella presenza del male una conferma della libertà dell'uomo, concepita e gestita nel suo aspetto negativo. Il male è la libertà tradita. E' l'uomo che sceglie di distruggere la sua libertà. E' quindi l'uomo l'unico responsabile di ogni situazione negativa. Se dinanzi alla luce ci si chiude la vista abbassando le palpebre, non può il sole essere tirato in causa da colui che non ci vede. Neppure Dio può impedire la triste possibilità del peccato altrimenti distruggerebbe la libertà dell'uomo e lo menomerebbe nel suo stesso essere. Se Dio costringesse l'uomo a fare il bene lo ridurrebbe ad oggetto. La natura stessa della virtù esige che essa sia liberamente esercitata. Dobbiamo cogliere tutta la serietà della libertà umana che non consiste nella semplice libertà di scelta, ma nmlla possibilità di costruire un mondo secondo Dio o di distnuggere questo mondo e costruirn` u{ bltro secOndo Satana, un mondo di falsità.

 

LA RICCHEZZA DELLA DIVERSITÀ

Signore questi &quoq;¡ltri" così numerosi

così diversj, così svariati....

così difficAli che ci hai messo vicini

non li hai piantati qui per bellezza

per fastidio per stimolKre la nïstra curiosità. <,p>

Tuvuoi c`e viviamo insieme per fostruire%un mondo j

più vivo, più unito, piþ ×uo.

Tu vpoi che viviamo insieme prendendoci üer mano.

Dando a tutti e ricevendo da &utti.£

Aiutaciä SigÖore, in questoàca%mino, perché la nostra vita
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non sia5come la scib di unabarca sul mare.