Quando fu a tavola con loro, prese il pane,

disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro.

Ed ecco si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero.

Ma lui sparì dalla loro vista.

Signore Gesù, credo che sei nell'Eucaristia, vivo e vero.

Tutto ciò che fa di te una persona,

il Figlio dell'uomo ed il Figlio di Dio,

tutto è presente.

Credo che sei presente tu,

nato a Betlemme dalla Vergine,

crocifisso sul Calvario,

risorto il terzo giorno

ed ora nella gloria alla destra del Padre.

La tua presenza, o Signore, è misteriosa ed invisibile;

se anche non vedo nulla, se anche non sento nulla,

credo fermamente, o Signore, che tu sei realmente presente,

perché tu l'hai detto!

Tu che mi vedi, tu che mi ascolti,

tu che mi parli: illumina la mia mente

perché creda di più;

risc¨lda il mio cuore perché ti ami di più!   8

La tua presenza, mirabile e sublime,

mi attragga, mi afferri, mi conquisti.

In ginocchio professo la mia fede in te:

"Signore mio e mio Dio".ü¯:p>

 

Dalla lettera di San Giacomo

Fratelli miei, non vi fate maestri in molti, sapendo che noi riceveremo un giudizio più severo, poiché tutti quanti manchiamo in molte cos]. Se un¯ non manca nel parlare, è un uomo perfetto, capace di tenere q freno anche tutto il corpo. Quando mettiamo il morso in bocca ai cavalli perché ci obbediscano, possiamo dirigere anche tutto il loro corpo. Ecco, anche le navi, benché siano così grandi e vengano spinte da venti gagliardi, vono guidate da un piccolqssimo timone dovunque vuole chi le manovra. Così anche la lingua: è un piccolo membro e può vantarsi di granÜi cose. Vedete un piccolo fuoco quale grande B foresta può incendiare!àAnche la lingua è un fuoco, è il mondo dell`ioiquità, vive inserita%nelle nostre membra e contamina tutto!il corpo e incendia il corso della vita, traendo la sua fiamma dalla Geenna. Infatti ogni sorta di bestie e di uccelli, di rettili e di esseri marini sono domati e sono stati domati dalla razza mmana¶ ma la lingua nessun@uomo la può domare: è un male ribelle, è piena di veleno mortale. Con essa benediciamo il Signore e Padre e con±essa malediciamo gli uomini fattá a somigeiÁnza di Dio. E` dalla stessa bocca che esce benedizione e maledizione. N5n dev`essere così, fratelli miei! Forse la sorgente può far sgorgare0dallo stesso getto acqua dolce e amara? Può forse, miei fratelli, un fico produrre olive o una vite produrre fichi? Neppure una sorgente ialata può produrre acqua dolce.

 

 

Dall’Imitazione di Cristo

Se non ci volessimo impicciare di quello che dicono o di quellï che fanno gli altri, O di cose che non ci riguardano, potremmo avere una grande pac× interiore. Come, infatti, è possibile che uno mantenga a lungo l'animo tranquillo se si intromette nelle faccende altrui, se va a cercare all'esterno i suoi motivi di interesse, se raramente e superficialmente si raccoglie in se stesso? Beati i semplici, giacché avranno grande pace. Perché mai alcuni santi furono così perfetti e pieni di spirito Òontemplativo? Perché si sforzarono di spegnere completamente in sé ogni desiderio terreno, cosicché - liberati e staccati da se stessi - potessero stare totalmente uîiti a Dio, con tutto il cuore. Noi, invece, siamo troppo presi dai nostri sfrenati desideri, e troppo preoccupati delle cose di quaggiù; di rado riusciamo a vincere un nostro difetto, anche uno soltanto, e non siamo ardenti nel tendere al nostro continuo miglioramento. E così restiamo inerti e tiepidi. Se fossimo, invece, totalmente morti a noi stessi e avessimo una perfetta semplicità interiore, potremmo perfino avere conoscenza delle cose di Dio, e fare esperienza, in qualche misura, della contemplazione celeste. Il vero e più grande ostacolo consiste in ciò, che non siamo liberi dalle passioni e dalle brame, e che non ci sforziamo di entrare nella via della perfezione, che fu la via dei santi: anzi, appena incontriamo una difficoltà, anche di poco conto, ci lasciamo troppo presto abbattere e ci volgiamo a consolazioni terrene. Se facessimo di tutto, da uomini forti, per non abbandonare la battaglia, subito vedremmo venire a noi dal cielo l'aiuto del Signore. Il quale prontamente sostiene coloro che combattono fiduciosi nella sua grazia; anzi, ci procura occasioni di lotta proprio perché ne usciamo vittoriosi. Che se facciamo consisterT il progresso spirituale soltanto in certe pratiche esteriori, la nostra religione sarà morta. Via, mettiamo la scure alla radice, cosicché, liberati dalle passioni, raggiungiamo la pace dello spirito. Se ci strappassimo via un solo vizio all'anno diventeremmo presto perfetti. Invece spesso ci accorgiamo del contrario; troviamo cioè che quando abbiamo indirizzata la nostra vita a Dio eravamo più buoni e più puri di ora, dopo molti anni di vita religiosa. Il fervore e l'avanzamento spirituale dovrebbe crescere di giorno in giorno; invece già sembra gran cosa se uno riesce a tener viva una particella del fervore iniziale. Se facessimo un poco di violenza a noi stessi sul principio, potremmo poi fare ogni cosa facilmente e gioiosamente. Certo è difficile lasciare ciò a cui si è abituati; ancor più difficile è camminare in senso contrario al proprio desiderio. Ma se non riesci a vincere nelle cose piccole e da poco, come supererai quelle più gravi? Resisti fin dall'inizio alla tua inclinazione; distaccati dall'abitudine, affinché questa non ti porti, a poco a poco, in una situazione più ardua. Se tu comprendessi quanta pace daresti a te stesso e quanta gioia procureresti agli altri, e vivendo una vita dedita al bene, sono certo che saresti più sollecito nel tendere al tuo profitto spirituale.

 

Gesù, mio Signore, ti prego:

donami il pane dell'amore,

il pane dell'umiltà,

il pane dell'obbedienza.

Donami, Signore mio Dio,

il pane della forza

per dissolvere la mia volontà

e fonderla con la tua.

Donami, Gesù, mio salvatore,

il pane del distacco dalle creature

e il pane della pazienza

per accettare le pene del cuore.

Per essere degna, o mio Signore,

di servirti nei poveri, sono pronta a tutto,

anche alle più dure sofferenze.

Donami, Gesù, il Pane della vita, perché impari a non volere altri che te, in tutto e sempre.

(Santa Bernadette)