Santa Maria, donna del pane, da chi se non da te,

nei giorni dell'abbondanza con gratitudine

e nelle lunghe sere delle ristrettezze con fiducia,

accanto al focolare che crepitava senza schiuma di pentole,

Gesù può aver appreso quella frase del Deuteronomio,

con cui il tentatore sarebbe stato scornato nel deserto:

"Non di solo pane vive l'uomo,

ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio"?

Ripeticela, quella frase, perché la dimentichiamo facilmente.

Facci capire che il pane non è tutto.

Che i conti in banca non bastano a renderci contenti.

Che la tavola piena di vivande non sazia, se il cuore è vuoto di verità.

Che se manca la pace dell'anima,

anche i cibi più raffinati sono privi di sapore.

Perciò, quando ci vedi brancolare insoddisfatti

attorno alle nostre dispense stracolme di beni,

muoviti a compassione di noi,

placa il nostro bisogno di felicità

come quella notte facesti a Betlem,

il pane vivo disceso dal cielo.

Perché solo chi mangia di quel pane

non avrà più fame in eterno.

(Mons. Tonino Bello)

 

 

 

DAL VANGELO DI GIOVANNI

Dopo questi fatti, Gesù andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberiade, e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi. Gesù sali sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: "Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?". Diceva così peR metterlo alla prova egli, infatti, sapeva bene quello che stava per fare. Gli rispose Filippo: "Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo". Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: "C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci: ma che cos'è questo per tanta gente?". Rispose Gesù: "Fateli sedere". Cera molta erba in quel luogo. Si dunque ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti e lo Stesso fece dei pesci, finché ne vollero. E quando furono saziati dusse ai discepoli: "Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto". Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.

 

 

Dagli scritti di mons. Tonino Bello

Carissimi fratelli nel Signore, abbiamo letto una pagina del Vangelo che ci consente di continuare le nostre riflessioni sul mistero dell'Eucaristia. Questa pagina viene chiamata, ordinariamente, della moltiplicazione dei pani. Vorrei esortarvi a chiamarla, da questa sera, la pagina della division˜ dei pani. Il dividendo sono i cinque pani e i due pesci; il divisore è costituito da cinquemila persone. Gli altri evangelisti aggiungono senza contare le donne e i bambini. Una divisione con le cifre decimali. Tutti furono sazi: questo è il risultato, il quoziente. Ma c'è anche il resto: avanzarono dodici canestri. E' una vera e propria divisione: perché la chiamarono moltiplicazione dei pani? E siamo ancora così tardi nel capire per quale motivo il Signore ha voluto prendere un bambino, che a quel tempo non contava niente, come non contavano niente le donne e i vecchi; che volutamente ha scelto il segno della fragilità umana, della trascuratezza, dell'emarginazione?

Un bambino, cosa può tenere nel suo canestro? Si era portato dietro la &yuot;merenda, cinque pani e due pesci. Gesù gli ha detto: "Vieni qua; adesso questi li dividiamo". Poi li ha presi e li ha spezzati: quando si spezza, mi pare che si divida. Gesù ha fatto sedere la gente sul prato, lì c'era molta erba. San Marco aggiunge, con una pennellata di incredibile valore cromatico, che c'era molta erba verde. É il Laudato si, mi Signore, per sora nostra madre terra la quale ne sustenta e ne governa, et produce diversi fructi con coloriti fiori et erba.

Gesù fa sedere sull'erba, perché questa è Eucaristia: tutto l'universo che anticipo una glorificazione al Padre. E una celebrazione cosmica, sull'erba verde, è una riconciliazione con il creato. Questo odore di forno, questo pane che passa di mano in mano e si spezza, si divide, sazia, avanza. Un insegnamento straordinario, cari fratelli miei: non è la moltiplicazione che sazierà il mondo, è la divisione! Il pane basta, cinque pani e due pesci bastano. Il pane che produce lo terra è sufficiente. E l'accaparramento, invece, che impedisce la sazietà di tutti e provoca la penuria dei poveri. Se il pane, dalle mani di uno, possa nelle mani dell'altro, viene diviso, basta per tutti. Questo è l'insegnamento di questa pagina straordinaria del Vangelo. Essa ci introduce ancora una volta nella logica sconvolgente del Signore. Dividete le vostre ricchezze, fatene parte o coloro che non ne hanno, ai diseredati della vita. Non solo a coloro che non hanno denaro, ma anche a coloro che hanno il portafoglio gonfio e il cuore vuoto! E a coloro che non hanno salute, che sono esauriti, stanchi, che non ce la fanno più. Passa ancora una volta, Signore, fermati accanto a noi sull'erba verde. Gioca ancora con noi, dacci la dimensione ludica della vita, perché possiamo interpretare il compito che ci dai in termini di gioia, di felicità. Grazie, Signore, perché questa sera ci fai concludere la giornata in questo tempio ricordando le cose grandi che tu hai fatto, ripetendo qui le prefigurazioni che hai doto nell'Eucaristia. Ancora una volta hai acceso una luce, che indica la direzione verso cui cammina questo Sacramento che adesso celebriamo. Questa Messa tornerà a profumare di pane, di forno. Accogliete il pane nelle mani e questo gesto sappia di offertorio. Sia l'offertorio "Benedetto sia tu, o Signore. Dio dell'universo, dalla tua bontà abbiamo ricevuto queste mani: fa' che diventino il prolungamento della tua misericordia, che siano capaci di dividere il pane e di unire la gente".

Leggiamo ancora il Vangelo di Giovanni: Dopo che ebbe finito di lavare i piedi ai suoi discepoli riprese le vesti, sedette di nuovo e parlò. Dovremmo agire proprio come Gesù. Egli parlò soltanto dopo aver servito. Altrimenti la gente non crederà alle nostre parole. Se esse, infatti, non sono sorrette da una esemplarità forte, non producono nulla. Ecco perché vorrei accendere il vostro cuore ed il vostro impegno per il volontariato, per il servizio, nelle vostre comunità parrocchiali, a favore dei poveri. Oggi, in modo particolare, bisogna prestare servizio o favore dei terzomondiali. Sono anch'essi nostri fratelli, hanno diritti che devono essere osservati, mantenuti, difesi. Se il vostro servizio si spenderà per loro, credo che sarete entrati nella logica dell'Eucaristia.

 

Preghiera Comune

Tutti insieme ripetiamo: Cristo Gesù, Figlio di Dio, pietà di noi.

- Per le guide della tua Chiesa, a volte poco esemplari.

- Per la società civile, responsabile di tante scelte di ingiustizia e immoralità.

- Per il mondo dove numerosi sono i focolai di oppressione e di guerra.

- Per le nostre comunità cristiane spesso insensibili alle sofferenze dei fratelli.

- Per le nostre parrocchie talvolta incapaci di organizzarsi per un effettivo servizio di carità.

- Per tutti i gruppi ecclesiali che non sempre mostrano la volontà di collaborazione e di dialogo.

- Per i sacerdoti e i religiosi che, presi da tante attività, non trovano spazio per la preghiera.

- Per i genitori preoccupati esclusivamente del bene materiale dei figli e non della loro crescita spirituale.

- Per tutti noi che nonostante prolungati incontri di preghiera e di adorazione non riusciamo a testimoniare il tuo amore.